La sfida dell’Industria 5.0 passa per Villa Literno

L’innovazione diventa volano nel territorio consumato dalle mafie. Nel laboratorio BIOlogic i batteri creano nuovi materiali, sviluppando un metodo che potrebbe rivoluzionare i sistemi di produzione

Parte da Villa Literno la sfida verso l’Industria 5.0 nel Mezzogiorno e in Italia. Più precisamente dal laboratorio BIOlogic, fondato e gestito dalla Knowledge for Business in collaborazione con la startup innovativa TecUp. In un territorio che offre poche possibilità ai giovani e che vuole sottrarsi alla morsa della criminalità organizzata, c’è un luogo dove dal nulla nascono nuovi materiali. Merito di batteri selezionati e cresciuti in laboratorio: “Un nuovo modo di concepire i processi di produzione dei materiali, non più estraendoli dalla natura come l’uomo fa da secoli, ma istruendo entità biologiche come batteri, cellule e lieviti per farli crescere e dargli nuove proprietà e funzioni”, spiega Paolo Netti, direttore del Centro di ricerca per Biomateriali Avanzati (Crib) e docente dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. “L’orizzonte è arrivare a generare direttamente gli oggetti – ad esempio tavoli e sedie, ma più in generale di qualunque tipo – con un processo che implica un basso consumo energetico e molto sostenibile perché rientra nei cicli naturali. Una natura istruita a fini buoni, per una biologizzazione del processo industriale, finalmente adeguato alle nostre esigenze”, illustra Netti.

Ad esempio, per contrastare la carenza di materie prime che riguarda da vicino anche il settore alimentare: “Generare cibo istruendo cellule muscolari a riprodurre carne che troviamo nei supermercati è possibile: a Singapore si vendono già alette di pollo ingegnerizzate in laboratorio. Dobbiamo avvicinare questo futuro alle nostre imprese, introducendo entità biologiche all’interno dei processi industriali. Investire in questi materiali conviene forse non ancora economicamente, ma di certo dal punto di vista dell’impatto sulla natura”.

Massimo Bracale, amministratore delegato TecUp, sottolinea: “Il lavoro è concentrato su due applicazioni: sull’utilizzo di nanocellulosa per l’impresa tessile in sostituzione della pelle animale, perché il prodotto essiccato ha caratteristiche molto simili alla pelle; e sulla parte della cosmetica, perché trattando in maniera diversa il prodotto, questo può diventare una base per patch cosmetici assolutamente naturale. Oggi BioLogic è un solido punto di connessione tra competenze scientifiche e impresa, facendo rete con altre startup innovative e con una serie di centri di ricerca universitari e del CNR con cui ha strutturato collaborazioni di sistema”.

Valeria Fascione, assessore Ricerca, Innovazione e Startup della Regione Campania, sottolinea come “un laboratorio come BIOlogic rappresenta l’industria del futuro e si colloca al meglio in una regione come la Campania, terza italiana per numero di startup e prima come numero di imprenditori under 30, nella quale l’agritech rappresenta una base forte per le esportazioni. Tra l’altro può già contare sulle collaborazioni in essere voluta da KforB e TecUp con centri di ricerca, Università e imprese, oltre al nostro sostegno istituzionale. L’obiettivo è diventare insieme un punto di riferimento del settore, anche a livello nazionale”.

Per Valerio Di Fraia, sindaco di Villa Literno, “BioLogic è un’unicità. Villa Literno è un territorio molto vasto, prettamente a vocazione agricola. Avere una realtà del genere di innovazione biotecnologica è motivo di grande orgoglio e ci sarà un impegno diretto ad una disponibilità nei confronti di Biologic anche a livello logistico”. Villa Literno è anche uno dei cinque comuni consorziati in AgroRinasce: “C’è un impegno da parte mia per trovare la giusta location a BIOLogic in un polo che sarà agricolo e votato all’innovazione tecnologica e biotecnologica. Auspico in futuro anche altri investimenti (Pnrr e fondi regionali), che possano consentire alle startup di invertire per portare finalmente un’immagine positiva del territorio e lavoro per i più giovani”



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